A Iola, sino alla metà del secolo XVI, non vi è alcuna traccia della chiesa. Il paese era soltanto una frazione del comune e della parrocchia di Monteforte. Nella visita fatta da Mons. Foscherari nel 1572 appare che gli abitanti di Iola frequentassero la parrocchia di Monteforte sino a quando don Fedriano Bicocchi, sacerdote del luogo, aiutato dai suoi paesani, non costruì la chiesa di S. Maria Maddalena.
Il vescovo, con atto del 12 ottobre 1635 dichiarò la parrocchia di Iola divisa e separata da Maserno, in quanto eretta in parrocchia a sé.
A causa del terremoto, nel 1644 la chiesa venne restaurata.
Nel 1733 don Pietro Giacobazzi fece istanza presso mons. Stefano Fogliari per dotare la chiesa di Iola della Fonte Battesimale e l’ottenne il 5 Aprile 1733.
A seguito dei danni subiti durante il secondo conflitto mondiale, la chiesa è stata ricostruita integralmente ed ampliata su progetto dall’architetto Nino Marchetti mentre il campanile è quello originale in quanto non fu colpito dai bombardamenti.
Pur essendo una parrocchia piuttosto giovane, la Chiesa Parrocchiale custodisce opere artistiche che meritano di essere ricordate.
Il quadro di S. Antonio da Padova, attribuito in precedenza a Ludovico Carracci, è di grande bellezza; il Garuti lo attribuisce, per i soffusi paesaggi tonali, la grazia dell’insieme e il confronto con un analogo dipinto nella chiesa di S. Nicolò di Carpi, al bolognesi Giovan Gioseffo Dal Sole (1654-1719).
La pala dell’altare, che raffigura la Maddalena, è opera del modenese Bellei.
Da ricordare la grande Via Crucis, dipinta sul muro da un bravo pittore bolognese.
All’interno della Chiesa Parrocchiale nel 2005 è stato restaurato l’organo, oggi utilizzato per l’animazione delle celebrazioni liturgiche, attribuibile alla scuola del Traeri ed in particolare al modenese Carlo Ricci.
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